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Tutela dei Diritti ed Integrazione

Immaginiamo che i capi possano avere una seconda vita, che i bottoni inutilizzati si possano trasformare in qualcosa di nuovo, scampoli di stoffa rimasti per lungo tempo senza forma vadano a comporre borse o stuoie per il mare. Immaginiamo che a realizzare questi piccoli quanto preziosi manufatti siano persone che attraverso il lavoro aspirano a riscatto e realizzazione. Solo ponendoci nell’ottica che tutto ciò sia vero e non utopia avremo un’idea, seppur sommaria, di cos’è il Progetto Atelier del Gus.
Non si tratta di banale integrazione di stranieri ospiti di una comunità, ma di persone che lavorano, fianco a fianco, recuperando un mestiere antico in cui vogliono far rivivere la propria identità.

Il Gus, Gruppo Umana Solidarietà, è fermamente convinto che solo attraverso il lavoro, unico welfare sociale, si possa garantire alle persone un’esistenza libera e dignitosa. Attraverso il Progetto Atelier i migranti si trasformano in artigiani. L’unicità dei prodotti si riscontra non soltanto nel fatto che si tratta di manufatti artigianali e quindi irripetibili, ma anche perché ogni prodotto racconta una storia, negli intrecci delle stoffe si leggono ad esempio le influenze africane contaminate dall’antica sapienza del mondo sardo o della tradizione pugliese.

I beneficiari del progetto “Atelier Indipendenza: laboratorio del fare, diretto all’indipendenza socio-economica dei titolari di protezione internazionale” finanziato dal Fami, Fondo Asilo, migrazione e integrazione del Ministero dell’interno imparano un mestiere, declinato in tutte le sue sfaccettature in ottica green, ed ogni prodotto realizzato è corredato del Bollino etico sociale, simbolo di impatto positivo oltre che strumento per promuovere le esperienze e le competenze del Gus.

Il progetto Atelier nasce all’interno delle comunità che ospitano i migranti, situate nelle Marche, in Sardegna e in Puglia. Troverà nuove coniugazioni andando a fondersi con altri progetti del Gus, come la Torri in Campo per la rinascita della masseria confiscata alla mafia a Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi. L’esperienza del Progetto Atelier troverà così nuove dimensioni e nuovi sbocchi nel recupero di antichi mestieri.

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